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Il napoletano medio e la legge dell’accumulo: niente per niente, molto per tutto.

Posted by BubbleGun su settembre 28, 2010

Qualche volta accade che, nel loro giro ad andamento sussultorio, le vicissitudini decidano di fermarsi ad un bivio, e tu lì, in un immobilismo catatonico, ad attendere che ti carichino sul loro treno privato che talvolta è a fermata unica ed irripetibile.
Accade talvolta anche che il capotreno fischi e il treno parta: come nei sogni in cui si cade e non ci si riesce più a rialzare, tu arranchi, strisci, alla fine ce la fai ad aggrapparti, e il treno corre veloce, tu lì che stringi i denti per non mollare la presa, consapevole che anche un solo dito staccato potrebbe costarti caro.

Niente di tutto ciò.

Accade anche talvolta, che il treno giunga a destinazione e che la destinazione sia fisica, reale che più reale non si può.
Accade anche che la realtà ti entri nel naso ed esca da non so dove (o forse non esce), in quanto tutto ha un odore.. o una puzza.

Adoro la maggior parte dei napoletani, ma non riesco a comprendere il napoletano medio. Probabilmente la media è da sempre sinonimo di mediocrità, o probabilmente la media non è altro che un idealtipo weberiano: non esiste, è solo una costruzione mentale o sociale messa lì per comparare gli eventi con essa, e dar giudizio. E qui viene il bello: poniamo Gianturco -giusto un po’ dietro la stazione Garibaldi- poniamo un bar e te che entri per chiedere un caffè, un po’ assonnato, un po’ stanco. Sei solo. Nessuno ti si fila, al massimo qualche sguardo per capire se tifi per il Napoli o meno, o per capire se hai giocato al video-poker privato di colui che alle 8 del mattino è già lì pronto a litigare con una macchina spila-soldi (probabilmente per far sì che nessuno la occupi, dorme lì col sacco a pelo..o.. non dorme). E poi il miracolo… mettiamo caso che entri con una tua amica o conoscente bellissima.. puntualmente quegli stessi sguardi indifferenti si trasformano in inchini! “Prego Dottore! Fat’ nu cafè o dottor!”.. “Buongiorno al nostro dottoore! Prufssò il solito?”.. mentre cerchi di capire se “il solito” è inteso alla consumazione o al gratta e vinci che ti rifilano, e che magari è anche già grattato. Estasi. Ma poi accade che ti si accende la classica lampadina!! Il napoletano medio ha la cultura dell’accumulo. Se tu sei niente, rimarrai niente per tutta la vita. Se tu sei poco, diventi molto. Se tu sei molto, diventi Onnipotente! Grande caratteristica direte voi! Si, certo, ma torniamo all’inizio del racconto..

La cultura dell’accumulo si trasferisce anche sulla monnezza, mica solo sulle persone. E così vedi macchine parcheggiate a bordo strada da cui escono sacchetti dell’immondizia ben imballati, i quali, volando, si posano gentilmente e delicatamente su altri all’urlo di “Chest è pà raccolta differenziat!”.. “Chest è plastica, chest è umido e chest è..” bestemmia. Niente di strano se questo accumulo di “materiale differenziato” che differenziato non è, non sia all’interno di un cassonetto, ma sui bordi delle strade. E poi cartoni. A Napoli esistono tanti di quei cartoni (provate a passare per via Di Tocco) che ci si potrebbero costruire interi grattacieli! Altro che centro direzionale!
Grottesco? Già. Comico? Pure. Ma di chi è la colpa?
Se data la legge dell’accumulo su accumulo, con tanto avrai moltissimo e con niente avrai niente, la colpa non può esser del napoletano medio. Allora ditemelo voi, per una volta, vi ascolto.

Affettuosamente dedicato ai miei amici napoletani..

Enzo Castaldi

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