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Le cartoline ricordo del Primo Maggio

Posted by BubbleGun su Maggio 1, 2010

Nel 1889 la Seconda Internazionale stabilì che il Primo Maggio fosse la giornata internazionale dei lavoratori. Questa data è conosciuta nella maggior parte dei paesi del mondo, ma ovviamente non negli Stati Uniti, dove ebbe la sua origine storica. Nel 1884 la Federation of Organized Trades and Lobor Unions costruì il movimento per la giornata lavorativa da 8 ore, culminato più tardi nello sciopero nazionale del 1 Maggio 1886. I lavoratori scesero in piazza in quasi tutte le maggiori città americane, paralizzando industrie, ferrovie, mattatoi e di conseguenza paralizzando tutta la macchina capitalistica del paese. Era uno sgarro che i padroni non potevano accettare. La repressione fu tremenda: il 3 Maggio la polizia sparò sulla folla di scioperanti uccidendo 4 operai e ferendone moltissimi. La sera successiva a Chicago la polizia aprì il fuoco come reazione ad una bomba artigianale esplosa qualche ora prima, uccidendo diversi lavoratori e ferendone a centinaia.
Oggi il significato del primo Maggio è più che mai di tipo commerciale. E’ un Primo Maggio plagiato anch’esso dalla logica del mercato che umilia gli esseri umani e devasta la natura, è un primo Maggio ridotto a merce di scambio, buono per incrementare le vendite e sfruttare migliaia di lavoratori in nero sottopagati e costretti a prestare servizio nel giorno a loro dedicato. Già perché logica vuole che un centro commerciale sia pronto ad accogliere la masse popolari bramose di spendere i loro risparmi per far girare l’economia in crisi. Mica fessi, loro. Tra qualche tempo arriveranno a produrre le cartoline ricordo del Primo maggio, con sotto scritto: “aperto tutti i giorni dell’anno”, consegnati dalle gracili mani dei commessi ormai rinsecchiti dallo sfruttamento e costretti a sorridere costantemente, tant’è che ormai sorridono vita natural durante. Del resto come il governo Berlusconi vuole, sorridenti, felici, capaci di amare. E snelli, perché la flessibilità vuole persone attive e pronte a divincolarsi e schizzare ad ogni input dato dal mercato. Per non parlare poi del Concerto farsa che si tiene a Roma. Sono anni almeno che ha perso di reale significato, un concerto dettato dall’immobilismo sociale che assume solo il senso di un luogo da invadere per dar lavoro agli spazzini e portare qualche pluripremiato artista a vendere qualche copia in più. Vedi Vasco Rossi lo scorso anno. Di bandiere rosse? Manco a parlarne. Almeno il 70% dei partecipanti al concerto non sa neanche perché è lì. O forse si: la signora Moda ha promesso un provino di partecipazione alla prossima “Isola dei Famosi”.

Enzo Castaldi

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